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Michele Zomer

Dalmazia, Posip e Plavac Mali: alla scoperta degli autoctoni croati

Aggiornamento: 27 apr 2020


La Croazia è patria di numerosi vitigni autoctoni che caratterizzano le proprie macro regioni viticole. Anche la Dalmazia e le sue isole (in questo caso la parte centro-meridionale, ndr) non fanno eccezione. Per questo abbiamo scelto di conoscere da vicino due vitigni, uno a bacca bianca ed uno a bacca nera, entrambi simboli della penisola di Peljesac e delle sue vicine isole. Stiamo parlando in particolare di Posip e del più rinomato, ormai conosciuto in gran parte dell’Europa centrale e negli Stati Uniti, Plavac Mali.

Il Posip è un vitigno a bacca bianca che trova da sempre nella zone più pianeggianti dell'isola di Korcula ma anche di Hvar, Brac e sulla terra ferma di Peljesac il suo habitat preferito. Le prime testimonianze storiche della presenza di questo vitigno a Korcula risalgono esattamente al 1864: gli storici parlano più precisamente di una presenza nei pressi del centro abitato di Smkvica. Presumibilmente introdotte dai vicini greci che ne hanno anche curato le prime coltivazioni, queste uve beneficiano di terreni ricchi, ottima esposizione alla luce del sole che si traduce in presenza importante di zuccheri, e buona acidità, quest'ultima corrisposta da escursioni termiche garantite da correnti fresche che accompagnano le ore notturne anche nei mesi più caldi. Ne consegue un aroma fruttato che ricorda profumi riconducibili per lo più a frutti a polpa gialla, come albicocca e pesca: di un colore giallo paglierino più o meno carico in virtù delle scelte di cantina. Di non meno importanza la salinità che si può riscontrare in questi vini che raccontano ancora in modo migliore le particolarità dei terreni sui quali questi vigneti (alcuni storici, ndr) poggiano le proprie radici. Il nome “Posip” si pensa derivi da una particolare forma della bacca

Il Plavac mali invece è un vitigno a bacca rossa fra le varietà più conosciute, rinomate e rispettate di tutta la Croazia viticola. Per caratteristiche organolettiche, questo incrocio di Crnljelak Kanstelanski e Dobricic, viene spesso accostato a Zinfandel e Primitivo. Viene coltivato questi esclusivamente nella parte centro meridionale della Dalmazia ma trova sicuramente le sue migliori espressioni sulla Penisola di Peljesac dove tra l’altro si trovano le due zone protette Postup e la più rinomata Dingac, prima zona protetta di tutta la ex Jugoslavia, riconosciuta già dal 1961. Il primo distretto viticolo sorge a sud di Orebic, centro abitato della penisola, il secondo può essere raggiunto percorrendo il tunnel di recente costruzione che si incontra nel piccole borgo di Potomje. Il comune denominatore delle due zone sono i terreni scoscesi affacciati sul mar Adriatico che ospitano i vigneti, a volte con angolazioni che superano i 45°, dove il termine “viticoltura eroica” trova appropriata destinazione di utilizzo. Se le dislocazione in fronte al mare accomuna Postup a Dingac, non altrettanto si può dire per ciò che si riscontra nel prodotto finale.

Da sempre infatti Dingac viene catalogato come una sorta di cru zonale dove sono affinati i migliori vini rossi di tutta la nazione. Il sistema di allevamento più diffuso è quello ad alberello, con rese medie di produzione molto basse per volontà dei vignaioli, alla totale ricerca di massima concentrazione e qualità. Questo vitigno regala vini di grande carattere dotati di grande capacità di invecchiamento

Alcune nozioni per comprendere meglio le etichette dei vini croati:

ITALIA CROAZIA

16 ZOI - (zaštićenom oznakom izvornosti - denominazioni di origine protetta)

tra cui figura anche DINGAC.

Di seguito le etichette degustate senza nessuna recensione: speriamo soltanto che vi sia venuta voglia di scoprire e conoscere da vicino questi interessanti luoghi e vitigni.

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